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Secondo l’OMS è la malattia cronica più diffusa al mondo. Ogni anno colpisce circa 190 milioni di persone ma non è trattata in modo adeguato: questo comporta forti ricadute sia sulla salute che… sul portafogli.
Si tratta della carie che, nel nostro Paese, si verifica con un’incidenza del 47% superiore alla media dell’Europa Occidentale. Le fasce d’età più colpite? Bambini intorno ai 6 anni, giovani adulti e anziani oltre i 70 anni.
Fondamentale diventa quindi la diagnosi tempestiva: ai metodi tradizionali negli ultimi anni si sono affiancate nuove tecnologie, in particolare la rapida, indolore ed efficace diagnosi con il laser.
Il termine “carie” viene dal latino “caries” (corrosione) ed è una vera e propria malattia dei tessuti duri del dente causata da placca e altri microrganismi che vivono nella bocca.
Di solito, le carie si sviluppano sulla superficie dei denti (più comuni tra i bambini), tra i denti (zone difficili da raggiungere con il solo spazzolino) o sulle radici esposte (comuni soprattutto tra chi ha subito arretramento gengivale o perdita dell’osso). Se non curate, possono raggiungere la polpa del dente.
Tra le principali cause della comparsa di carie:
Spesso il paziente non si accorge di avere una carie, che causa dolore solo quando ormai è arrivata in profondità: per questo è importante rispettare gli appuntamenti periodici con il dentista, che potrà diagnosticarne l’eventuale presenza con gli appositi strumenti.
Quando si tratta di carie, il dentista può trovarsi a diagnosticare:
White spots e carie sono abbastanza facili da riconoscere sulle parti visibili dei denti grazie all’esame visivo e a sonde sottili chiamate specilli.
Se, invece, si trovano tra un dente e l’altro, al di sotto di corone, restauri o smalto dentale intatto, sono più difficili da individuare anche per un dentista esperto.
Anche le radiografie, pur essendo fondamentali per scoprire le carie nascoste, non garantiscono una diagnosi precisa al 100%.
Ecco che, per ovviare a questi ostacoli, negli ultimi anni ai metodi diagnostici tradizionali si è affiancata la diagnosi della carie con il laser, che permette di intervenire con maggiore tempestività e di visualizzare la carie ancora in fase iniziale.
In particolare, gli strumenti a laser più utilizzati dai dentisti per la diagnosi sono Diagnocam e Diagnodent.
Diagnocam
Diagnocam permette al dentista di individuare la presenza di carie senza utilizzare raggi x, rendendo l’utilizzo di questo strumento particolarmente adatto a donne in gravidanza e bambini. Come funziona? Grazie al principio della transilluminazione: il fascio di luce laser attraversa il dente e illumina in modo diverso le arie cariate, che si presentano sotto forma di macchie scure.
La diagnosi, rapida e assolutamente indolore, avviene in tempo reale e le immagini compaiono su un monitor visibile anche al paziente.
L’utilizzo di Diagnocam è indicato per la maggioranza dei pazienti; tuttavia, le persone con corone protesiche, che non permettono il passaggio della luce, dovranno sottoporsi a radiografia.
Diagnodent
Anche Diagnodent è un tipo di tecnologia che non utilizza raggi x e si serve di una scansione laser che misura la fluorescenza del dente: più il numero restituito è alto, maggiore sarà la presenza di carie. Diagnodent permette anche di indicare la direzione di sviluppo della cavità.
Ricordiamo che, in caso di patologie che attaccano gengive o radici, il dentista dovrà ricorrere alle radiografie tradizionali, che espongono comunque il paziente a un’esposizione bassissima di raggi x.